Alcide De Gasperi, dalle dimissioni al secondo governo

Il 1 luglio 1946 il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi rassegna le dimissioni nelle mani di Enrico De Nicola, Capo provvisorio dello Stato. Dopo 216 giorni, ovvero 7 mesi e 4 giorni, termina il primo Governo De Gasperi, l’ultimo del Regno d’Italia, nominato da Umberto II di Savoia, durante il quale il paese ha affrontato le prime elezioni a suffragio universale. Le dimissioni vennero respinte e venne affidato allo stesso statista il compito di formare un nuovo governo.

Il 14 luglio 1946 venne così nominato il II Governo De Gasperi che rimase in carica fino al 2 febbraio 1947. Questo era formato da esponenti delle diverse fazioni politiche presenti nel paese ovvero la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista Italiano, il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria e il Partito Repubblicano Italiano.

Alcide De Gasperi rimase alla guida del Governo italiano fino al 28 luglio 1953 a seguito della sfiducia parlamentare. De Gasperi aveva appena ricevuto l’incarico di formare il VII Governo dell’Italia repubblicana dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Si conclude la parabola di De Gasperi in qualità di Primo Ministro dopo aver traghettato il paese verso la ricostruzione, aver rappresentato con dignità l’Italia alla Conferenza di pace di Parigi, che mise fine alle ostilità della Seconda Guerra mondiale, e essere riuscito ad aprire un dialogo con gli Stati Uniti.

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