Le donne e il voto del 1946

Il diritto del voto alle donne è una grande conquista seppur recente: sono passati 70 anni dal decreto del 10 marzo 1946 che permise alle donne con almeno 25 anni di età di poter eleggere e essere elette alle prime elezioni amministrative postbelliche. Una conquista importante che quest’anno vede numerose celebrazioni in tutto il paese per il 70esimo anniversario del suffragio universale e il 70esimo anniversario della Repubblica.

All’inizio del secolo scorso la donna era ritenuta una sorta di accessorio dell’uomo. Nel lento cammino verso l’uguaglianza dei diritti, arriva la Prima Guerra Mondiale: le donne sono impegnate, per necessità, nei lavori di responsabilità fino ad ora delegati all’uomo. Con il fascismo la donna torna a lavorare ma a ricoprire la figura della regina della casa. È ancora una volta con la guerra, il secondo conflitto mondiale, che la donna torna ad assaporare una sorta di parità con gli uomini. Durante la Resistenza sono molte le donne che divennero staffette, informatrici e parte attiva della lotta contro l’occupazione nazi fascista.

Una volta terminata la guerra, l’esperienza della Resistenza e della Liberazione, era divenuta oramai un punto di non ritorno per il paese e anche per i diritti delle donne. In occasione del Consiglio dei Ministri del 30 gennaio 1945 venne esaminata per la prima volta l’estensione del voto alle donne dai 21 anni, sancita con il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 del 31 gennaio 1945. Ma è il decreto n.74 del 10 marzo 1946, in occasione delle prime elezioni amministrative postbelliche, che le donne con almeno 25 anni di età potevano eleggere ma soprattutto essere elette. E fu così per le prime sei sindache donne elette in Italia: Margherita Sanna a Orune, in provincia di Nuoro; Ninetta Bartoli a  Borutta, in provincia di Sassari; Ada Natali, che sarà poi parlamentare, a Massa Fermana, in provincia di Fermo; Ottavia Fontana a Veronella, in provincia di Verona; Elena Tosetti a  Fanano, in provincia di Modena; Lydia Toraldo Serra a Tropea, in provincia di Vibo Valentia. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, per onorare il ricordo di queste sei sindache, intende premiare le sei cittadine che le elessero con una cerimonia ufficiale a Roma.

Si avvicinava la data del 2 giugno, quella del voto per eleggere l’Assemblea Costituente, che avrebbe poi redatto la Costituzione Italiana, e contestualmente del referendum per scegliere il futuro assetto politico del paese: Monarchia  o Repubblica? Come ricorda la giornalista Anna Garofalo: «Le schede che ci arrivano a casa e ci invitano a compiere il nostro dovere, hanno un’autorità silenziosa e perentoria. Le rigiriamo tra le mani e ci sembrano più preziose della tessera del pane. Stringiamo le schede come biglietti d’amore.».

Torna all'inizio del contenuto